Lo sbiancamento dei suoi coralli è un fenomeno senza precedenti: la Grande Barriera Corallina Australiana è in pericolo e senza interventi rapidi non potrà sopravvivere all’aumento delle temperature del mare, causato dai cambiamenti climatici.
Dobbiamo agire subito, altrimenti migliaia di pesci, tartarughe marine e ben 450 specie di coralli rischiano di scomparire per sempre.

L’Italia, che ha la vicepresidenza del Comitato UNESCO dei Siti Patrimonio dell'Umanità, può fare la differenza: se la Barriera Corallina Australiana sarà inserita tra i siti in pericolo dell’UNESCO, avremo maggiori possibilità di proteggerla dagli effetti devastanti dei cambiamenti climatici.

Un tesoro vivo

La Grande Barriera Corallina australiana può essere considerata come il più grande “organismo vivente” sulla Terra, visibile anche dallo spazio. Raggiunge i 2300 km di lunghezza, comprende migliaia di barriere coralline e centinaia di isole con oltre 600 tipi di coralli, duri e molli.

Un ecosistema unico, casa di 1625 specie di pesci, tra cui i famosi pesci pagliaccio, 450 specie di coralli, più di 30 specie di balene e delfini e 6 specie di tartarughe marine.

Senza interventi per fermare l’aumento della temperatura del mare, assisteremo alla sua progressiva e inarrestabile scomparsa.

Lo shock climatico

Nel 2016, il 93% dei coralli della Grande Barriera Corallina ha subito uno sbiancamento.
Di questi il 22% è poi morto.
Da allora, ogni anno si registrano maggiori e progressivi episodi di sbiancamento dei coralli: un segnale di allarme grave.

La causa dello sbiancamento dei coralli è l’aumento della temperatura del mare, dovuta ai cambiamenti climatici: con le temperature elevate infatti i coralli espellono le loro alghe simbionti, senza cui non possono sopravvivere.
Non solo: a causa dell’aumento di CO2 l’acqua del mare diventa sempre più acida, e questa acidità “scioglie” letteralmente lo scheletro dei coralli.
Un ecosistema vitale e meraviglioso, in equilibrio da millenni, sta subendo stravolgimenti mai visti prima.

La salute dei nostri oceani è in pericolo e questi sono segnali di allarme che nessun governo deve ignorare! Bisogna agire contro i cambiamenti climatici, e subito.

L’unica soluzione:
ridurre le emissioni

Il Governo Australiano si sta limitando a stanziare fondi per rimediare ai danni ai coralli, ma non agisce sulla causa principale della distruzione in corso: i cambiamenti climatici, che in Australia si stanno manifestando con eventi sempre più estremi, dagli incendi allo sbiancamento dei coralli.

Dal 1997, anno in cui l’Australia ha osteggiato gli impegni internazionali sul clima (rischiando di far fallire il Protocollo di Kyoto) poco è cambiato. Il Paese continua a finanziare centrali elettriche a carbone, e alla COP di Glasgow ha assunto impegni insufficienti in termini di riduzione delle emissioni di CO2.
Le false soluzioni non bastano più: solo una concreta e radicale riduzione delle emissioni di CO2 può mettere al sicuro la barriera corallina e tutte le specie che la abitano.

Per salvare la barriera corallina, dobbiamo salvare il clima.

Il ruolo dell’Italia e dell’UNESCO

L’UNESCO ha raccomandato di inserire la Grande Barriera nell’elenco dei Siti in Pericolo, riconoscendo il cambiamento climatico come la minaccia principale per questo scrigno di biodiversità. L’Australia ha però fatto una forte lobby politicaed è riuscita, temporaneamente, a bloccare tutto. 

Ma non è ancora finita: da Dicembre 2021 è l’Italia ad avere la vicepresidenza del Comitato UNESCO che potrà decidere le sorti della barriera corallina. Questo è il momento di fare la nostra parte.

Se la Barriera Corallina Australiana sarà inserita tra i siti in pericolo dell’UNESCO, avremo maggiori possibilità di proteggerla dagli effetti devastanti dei cambiamenti climatici.

Cosa chiediamo

Chiediamo all’Italia, e in particolare al Ministro degli Esteri Di Maio, di assumere una iniziativa forte nel Comitato Siti Patrimonio dell'Umanità, per l’inclusione della Grande Barriera tra i siti in pericolo, evidenziando la minaccia del cambiamento climatico per spingere l’Australia a ridurre le sue emissioni di CO2 e assumersi la responsabilità di proteggere la barriera corallina.

La barriera corallina australiana è un patrimonio unico del nostro Pianeta.
Aiutaci a salvarlo! FIRMA LA PETIZIONE
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