Allevamenti intensivi, deforestazione e inquinamento sono gli ingranaggi del sistema di produzione industriale del nostro cibo, che devasta gli equilibri della natura. Il prezzo di questa distruzione lo stiamo già pagando con la nostra salute e quella del Pianeta. Al Governo Italiano chiediamo di fermare le fabbriche di carne e il sistema globale che le alimenta.
STOP ALLEVAMENTI INTENSIVI
Chiedi al Governo Italiano di bloccare la costruzione di nuovi allevamenti intensivi e di frenare le conseguenze disastrose di quelli esistenti.
In Italia gli allevamenti intensivi, a causa delle emissioni di ammoniaca degli animali e dei loro liquami, sono la seconda causa di inquinamento da polveri fini, le PM2,5: pericolose perché, essendo minuscole, penetrano più profondamente nel nostro organismo e causano ogni anno decine di migliaia di morti premature in Italia. Cosa aspetta il nostro Governo ad intervenire?
Il sistema degli allevamenti intensivi consuma grandi quantità di risorse, sempre più scarse. Oltre il 60% dei cereali in commercio nell’Unione europea non è destinato a diventare pane o pasta, ma mangime per gli allevamenti intensivi, così come oltre un terzo di tutta l’acqua usata dal settore agricolo è utilizzata per questo tipo di allevamenti e per la produzione di mangimi. Con i prezzi del cibo alle stelle, serve una nuova efficienza alimentare: produrre e consumare meno carne, anche per avere più grano a disposizione per le persone!
Ogni due secondi, nel mondo, un’area di foresta grande come un campo da calcio viene rasa al suolo soprattutto per far spazio agli allevamenti di bovini o coltivare soia destinata alla mangimistica. E così, un albero abbattuto e un incendio dopo l’altro, specie uniche e equilibri naturali rimasti inalterati per migliaia di anni rischiano di sparire per sempre. L’Italia è uno dei principali importatori di carne e soia dal Sudamerica, prodotti a scapito di ecosistemi antichi e preziosi come la Foresta Amazzonica. Ma le conseguenze sono anche sanitarie: l’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che il rischio di epidemie virali e il salto di specie (spillover) possono verificarsi con più probabilità quando gli equilibri naturali vengono messi a rischio.
Per le piccole aziende che producono cibo in modo ecologico è sempre più difficile competere sul mercato: i fondi pubblici e la grande distribuzione premiano le aziende agricole di stampo intensivo e industriale, piuttosto che sostenere la produzione e l’accesso a cibo sano per noi e per il Pianeta. Mentre i consumatori chiedono trasparenza in etichetta e garanzie, le aziende rispondono con operazioni di “meat washing” e le istituzioni con confuse “certificazioni” di benessere animale.
Tanti animali ammassati in spazi ristretti, oltre a subire atroci trattamenti, sono l’ambiente ideale per il proliferare dei virus, compresi i coronavirus e i virus dell’influenza. Il 70% di tutte le malattie infettive emergenti, come sars, ebola, influenza suina e influenza aviaria provengono da animali. Governi e grandi aziende non sembrano voler affrontare le vere cause delle zoonosi, che affondano le radici proprio nella distruzione della biodiversità, ma continuano a investire milioni di soldi pubblici in allevamenti intensivi in Italia, e ad importare dal Sudamerica carne e soia destinata alla mangimistica.
Al Governo Italiano chiediamo:
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