Alluvioni, incendi indomabili, siccità, innalzamento del livello del mare. Sono disastri sempre più frequenti, la cui potenza è causata o amplificata dall’aumento della temperatura globale.
In ogni parte del mondo, inclusa l’italia, nel 2019 abbiamo perso vite umane, animali e danneggiato l’economia di intere regioni.
Dal polo nord all’Antartide, dalla Groenlandia alle nostre Alpi: i ghiacci si sciolgono sempre più rapidamente, causando uno shock per molte specie come i pinguini e gli orsi polari, ormai ridotti allo stremo.
Per questi animali, i ghiacci sono casa. E senza casa non c'è futuro
Il clima impazzito fa impazzire anche le api. Inverni sempre più corti, fioriture anticipate ed eventi meteo estremi alterano gli equilibri vitali e l’habitat degli impollinatori.
Il cambiamento climatico è un killer delle api meno conosciuto dei pesticidi, ma altrettanto letale.
L’aumento delle temperature e del tasso di acidità del mare, causa la perdita dei nostri tesori più preziosi, come la barriera corallina australiana: interi tratti sono ormai diventati bianchi; uno stadio che spesso porta alla morte dei coralli. Anche il Mediterraneo soffre: muoiono le nacchere di mare e le gorgonie rosse, specie simbolo dei nostri fondali.
Nonostante gli allarmi della scienza e l'urgenza di agire per contrastare l'emergenza climatica, le principali banche italiane continuano a finanziare le industrie del petrolio, del gas e del carbone gettando benzina sul fuoco della crisi climatica.
UniCredit e Intesa Sanpaolo condividono il primato di banche più fossili d’Italia. La loro impronta climatica al 2019 è di 73 milioni di tonnellate di CO2, pari a quattro volte le emissioni prodotte da tutte le centrali a carbone del nostro Paese.
Grazie ai suoi finanziamenti all'industria fossile, la finanza italiana ha causato nel 2019 le emissioni di 90 milioni di tonnellate di CO2. Banche, assicurazioni e fondi di investimento stanno continuando a finanziare aziende legate ai settori del gas, del petrolio e del carbone, e si stanno rendendo sempre più responsabili della crisi climatica.
Alle banche italiane e agli investitori del nostro Paese chiediamo di:
1. Interrompere immediatamente i finanziamenti alle società che stanno realizzando nuove centrali e miniere a carbone e alle società attive nei settori dei combustibili fossili non convenzionali, che includono fracking, gas di scisto, sabbie bituminose, Artico, estrazioni ultra-deep;
2. Adottare e implementare un piano di abbandono completo del carbone (entro il 2030) e dei combustibili fossili, in linea con l’Accordo di Parigi.
Alle assicurazioni chiediamo di:
1. Interrompere immediatamente la fornitura di coperture assicurative alle società che stanno realizzando nuove centrali e miniere a carbone e alle società attive nei settori dei combustibili fossili non convenzionali;
2. Implementare un piano, che riguardi sia il versante assicurativo che quello degli investimenti, che preveda l'abbandono del carbone (entro il 2030) e di tutti gli altri combustibili fossili, in linea con l'Accordo di Parigi.
La soluzione per salvare il clima e tutte le specie viventi del nostro Pianeta esiste, ed è abbandonare le fonti fossili come carbone, gas e petrolio, accelerare la transizione energetica verso un mondo 100% rinnovabile, diminuire il consumo di carne e fermare la deforestazione.